Via dell’Orso

Da in Strade del Rione Ponte

Via dell'Orso - Rione Ponte - allrome.it
L’attuale via dell’Orso nel rione Ponte ebbe anticamente anche altri nomi: “Posterula”, “Sistina” dopo il rifacimento dovuto a Sisto IV, oltre alla denominazione di “Papale” o “via Papae”, poichĂ© percorsa dal corteo pontificio in occasione della cavalcata per la presa di possesso che il nuovo papa effettuava, in qualitĂ  di Vescovo di Roma, per recarsi da S.Pietro alla basilica di S.Giovanni in Laterano.

Cenni Storici:

Albergo dell'Orso e Bassorilievo al civico 87 (raffigurante un leone, ma scambiato per orso) - Rione Ponte - allrome.it

Solo nel 1517, la via prese l’attuale nome di via dell’Orso in riferimento all’antico Albergo dell’Orso, ancora lì al suo posto con il portico del XV secolo le cui colonne della loggia provengono da rovine romane. A sua volta Il nome “dell’Orso” fu assegnato all’albergo secondo alcuni dall’insegna esposta con due orsi, secondo altri da uno dei proprietari, tal Baccio dell’Orso, mentre un’altra ipotesi sostiene che il nome le derivò da un rilievo marmoreo murato all’altezza del civico 87 e tuttora esistente, rappresentante un leone, ma scambiato per un orso, che assale un cinghiale.
Nel 1517 l’edificio risulta proprietĂ  dei Piccioni e furono loro a trasformarlo da abitazione ad albergo, uno dei migliori della cittĂ  a quel tempo, tanto da soggiornarvi molti personaggi illustri come Goethe, Montaigne, Gogol e, secondo la leggenda, persino Dante Alighieri.
Questo fino al 1630, dopodichè troviamo l’albergo piuttosto declassato tanto che vi alloggiavano vetturali, postiglioni e servi di stalla: ma, forse, il motivo è dovuto al fatto che la locanda serviva da stazione di posta per viaggi pubblici e privati.

Successivamente in questa via e in quelle adiacecenti si insediarono antiquari e botteghe artigiane famose in tutta la cittĂ , come, tessitori, tappezzieri, bronzisti, argentatori, incisori, restauratori, orafi.. molti dei piĂą abili artisti si trovavano proprio qui. In una di queste botteghe il cardinale Fesch, zio di Napoleone, troverĂ  la seconda parte di una tavola che, unita all’altra giĂ  posseduta, si rivelò, dopo la pulitura, il “S.Gerolamo” di Leonardo da Vinci, oggi alla Pinacoteca Vaticana..

Ristorante L’Orso80

Tra gli altri luoghi di interesse al civico 28 si trova il palazzo di Antonio Massimo , fatto costruire dal principe della nobile famiglia dei Massimo nel Cinquecento; nel Settecento l’edificio fu se de della prelatura Carafa.
All’altezza del civico 34, sul marcapiano, è situata un’edicola sacra raffigurante la “Vergine con il Bambino ed i Ss.Pietro e Paolo”: si tratta di un olio su tela risalente al XIX secolo.
Infine, all’altezza del civico 25, si trova una targa con la seguente iscrizione: “LIVELLO DE’ CONDOTTI DE LAGQUA VERG DALLA TRINITA’ DE’ MONTI”.

La via Ieri e Oggi:

La via, che pare essere permeata delle atmosfere passate, sopravvive indenne da secoli, senza essere stata intaccata da alcuno stravolgimento. E così, assieme ad essa, sopravvivono molte botteghe artigiane i cui proprietari sono discendenti di quelli che le aprirono. Anni fa con l’intento di salvaguardare un patrimonio di tradizioni inestimabili, hanno fondato l’Associazione Artigiani di Via dell’Orso, la quale partecipa attivamente ad iniziative culturali di vario genere.
Tra antichi portali, bassorilievi romani e palazzetti cinquecenteschi, incapperete in decoratori e incisori (Guccione, civico 17; Vincenzo Piovano, civico 26), vetrai e tappezzieri (Diafanis, civico 21; Tappezzeria Poggi, civico 31), orafi (Melis, civico 57; Feriozzi, civico 64), calzolai (Petrocchi, civico 25) e ristoratori (Laganà, civico 44; L’Orso80, civico 33), solo per citarne alcuni.

Il laboratorio dell'incisore Vincenzo Piovano
Tappezzeria Poggi
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